Se vi state chiedendo quali sono le cose che potete bruciare nella stufa o caldaia a pellet, continuate a leggere. Vediamo 5 cose da bruciare nella stufa a pellet quest’inverno.
Avete installato una stufa a pellet in casa ed è arrivato il periodo dell’anno in cui dovete fare scorta di combustibile. Le stufe a pellet richiedono tipi specifici di combustibili per bruciare in modo efficiente.
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Indice dei contenuti
Cosa bruciare in una stufa a pellet
I combustibili che vedremo tra poco sono tutti ecologici al 100% ma non tutti possono essere utilizzati senza apportare alcune modifiche ai parametri di combustione e, dove è necessario, al braciere.
Cippatino di legna
Il cippato altro non è che le scaglie del legno, prodotto attraverso macchine chiamate cippatrici. Il cippatino è semplicemente il cippato con dimensioni ancora più ridotte, per essere bruciato nella stufa a pellet senza alcuna modifica deve avere dimensioni tali da non bloccare la coclea.
Ho fatto alcuni test ed usando la mia cippatrice ho modificato il vaglio creandone uno con fori da 13 mm, ottenendo così un cippato regolare.
Quello che si acquista è già pronto per essere utilizzato nella stufa o caldaia a pellet, se invece volete cimentarvi con la produzione del cippato, se avete la materia prima, potete acquistare un cippatore adatto alla scopo:
Pro e contro del cippatino
Pro: costa poco, lo si può usare su tutte le caldaie e le stufe a biomassa. Lo si può produrre da soli con un cippatore.
Difetti: avendo un potere calorifico di 3.0 – 3.5 kWh/kg occupa molto spazio, bisogna dotarsi di punti di stoccaggio asciutti e di grandi dimensioni. Se lo si utilizza da solo, all’interno del serbatoio dovrete mettere un agitatore in quanto tenderà ad agglomerarsi e non permetterà l’adescamento della coclea, ecco perché si tende a miscelarlo col pellet o con il nocciolino.
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Gusci delle frutta secca macinati
I gusci delle mandorle, se macinate ed essiccate, sono un ottimo combustibile da usare al posto del pellet sia nelle stufe che nelle caldaie.
E’ ovviamente un prodotto al 100% ecologico e se certificato per la combustione, non provoca danni alla coclea.
Il periodo di raccolta è generalmente in estate, quindi se avete qualche produttore nelle vicinanze è il momento giusto per chiedere informazioni.
Pro e contro
Pro: il costo inferiore (sino allo scorso anno) rispetto al pellet.
Contro: anche in questo caso bisogna tenere conto del potere calorifico, quello dei gusci delle mandorle è di 4,2 KWh/Kg mentre, a titolo di paragone, quello del pellet è di circa 4,8 KWh/Kg ma il peso specifico delle mandorle è di molto inferiore a quello del pellet, quindi occorrono volumi maggiori per avere gli stessi risultati.
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Nocciolo delle ciliege, pesca ed albicocca macinati
Purtroppo non si trovano ancora molte informazioni tecniche riguardanti i noccioli tritati della frutta (pesca, ciliegia ed albicocca) utilizzati come biomassa.
Ovviamente sono prodotti stagionali ed influenzati da vari fattori, esattamente come il mais di cui sopra. Se correttamente essiccati hanno un potere calorifico di 4,7 KWh/Kg.
Pro e contro
Pro: costa poco e lo si può usare su tutte le caldaie e le stufe a biomassa. Ha un basso residuo di cenere, circa l’1,1 %.
Contro: la sua disponibilità è soggetta a fattori esterni.
Mais
Il mais, proprio per la sua conformazione (chicchi regolari), una volta essiccato si presta bene ad essere bruciato nelle caldaie e stufe a pellet, seppur con qualche avvertenza.
Innanzitutto bisogna precisare che il mais è una coltura soggetta a malattie ed a fluttuazioni del mercato che possono variarne sia la disponibilità che il prezzo finale.
Il mais, poi, non si innesca come le biomasse che abbiamo visto prima, quindi bisogna mischiarlo ad un altro prodotto (pellet, nocciolino ecc).
Un altro inconveniente del mais è che tende a formare agglomerati duri nel braciere, i cosiddetti clinker, anche per questo motivo si tende a miscelarlo con altri prodotti.
Il potere calorifico del mais, anche se è difficile reperire dati ufficiali, varia da 4 a 6 KWh/Kg, molto dipende anche dal tasso di umidità. I residui di cenere sono di circa il 4%.
C’è da dire poi che il mais utilizzato come biomassa, ha introdotto un dibattito etico, ovvero si discute se è corretto adibire a biomassa colture destinate all’alimentazione, con tutti i problemi che questo può comportare.
Pro e contro
Pro: costa poco, lo si può usare su tutte le caldaie e le stufe a biomassa.
Contro: ha una percentuale di cenere superiore al pellet (circa il 4%), quindi sporca di più sia il braciere che i tubi. Non si innesca da solo, bisogna miscelarlo al 30-40% con un’altra biomassa. La sua disponibilità è soggetta a fattori esterni.
Nocciolino di oliva
Tra le 5 cose da bruciare nella stufa a pellet quest’inverno sicuramente c’è il nocciolino. Quello a cui mi riferisco in questo articolo è quello di sansa vergine, mentre quello di sansa esausta è più adatto alle caldaie industriali.
Il nocciolino è uno scarto di lavorazione della spremitura delle olive, quello di sansa vergine si ottiene dalla sansa vergine mediante centrifugazione. Il prodotto che ne deriva è ecologico al 100%. Ha una forma granulosa, contiene poca umidità, lo si imbusta e lo si trasporta esattamente come il pellet, non subisce danni da urto in quanto la sua conformazione è molto dura.
Il potere calorifico del nocciolino, anche se è difficile reperire dati ufficiali, varia tra i 4,5 ed i 6,5 KWh/Kg, molto dipende anche dal tasso di umidità. I residui di cenere sono di circa il 4% e si innesca come il pellet.
Per mia esperienza, vi posso dire che il nocciolino rende mediamente il 20% in più rispetto al pellet.
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Pro e contro
Pro: costa molto meno del pellet, lo si può usare su tutte le caldaie e le stufe a biomassa.
Contro: ha una percentuale di cenere superiore al pellet, quindi sporca di più sia il braciere che i tubi. Emana un odore diverso da quello del pellet, soprattutto in fase di accensione.
Bisogna assicurarsi che il braciere abbia fori di circa 3 mm, altrimenti il nocciolino vi passa attraverso. Bisogna regolare i parametri di velocità della coclea (-20%) e giro fumi (+20).
Approfondimento sulle differenze tra nocciolino e pellet.
Come modificare la caldaia o stufa a pellet per usare il nocciolino.
Test sul cippato e pellet di bambù
Ho provato il cippato ed il pellet di bambù, sia nella stufetta pirolitica che nella caldaia a biomassa, ecco il video del test:
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Conclusioni
Abbiamo visto 5 cose da bruciare nella stufa quest’inverno al posto del pellet. Non tutti sono comodi da stoccare (cippatino e gusci della frutta secca) ed alcuni non sono facili da trovare (Nocciolo delle ciliege, pesca ed albicocca macinati).
Di realmente utilizzabile rimane il Mais ed il nocciolino di oliva, ma anche questi due combustibili hanno costi superiori allo scorso anno ma sempre più abbordabili rispetto al pellet.
Buon lavoro!
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